La biostimolazione è una procedura che esiste da decenni.
Nata in Svizzera per ringiovanire i frequentatori delle beauty farm (ricordate,negli anni '60, l'impianto sottopelle di pezzetti di placenta!!, con tutti i rischi connessi!!), è oggi sostituita dal "programma di ringiovanimento" che include proprio la biostimolazione.
Essa può essere fatta da sola. E' più rapida (rispetto al programma di ringiovanimento completo).
Consiste nell'iniettare sottocute, con aghi sottilissimi, dei prodotti naturali (cioè AMINOACIDI, VITAMINE, OLIGOELEMENTI) che rivitalizzano la cute mentre vengono riassorbiti dai finissimi vasi linfatici della pelle.
Inoltre si somministra sottocute anche un ACIDO JALURONICO più fluido (di quello usato come filler) per dare tono alla pelle.
Ringiovanire la cute vuol dire, prima di tutto, intervenire sull'invecchiamento biologico e su quello da luce solare (photoaging), consigliando nel primo caso una dieta ricca di frutta e verdura per potenziare le nostre risposte biologiche e consigliando, nel secondo caso, un'accurata protezione solare (soprattutto per le pelli più chiare) come pure di rinunciare all'esposizione "anarchica e senza regole" a lampade abbronzanti (a meno che non si tratti, ma con un programma corretto, di prepararsi all'esposizione solare di un previsto viaggio in località soleggiate).
Ringiovanire la cute vuol dire, successivamente, consigliare l'assunzione per bocca dei precursori alimentari specifici e degli oligoelementi (i minerali) che aumentino il "pool" di sostanze disponibili al quale il nostro organismo può attingere per il suo metabolismo (è la cosiddetta "endofarmacologia").
Ringiovanire la cute vuol dire, anche, praticare microiniezioni intradermiche ("sottopelle") di FATTORI DI CRESCITA di origine piastrinica (PDGF) ottenuti dal sangue dello stesso paziente, oppure di CELLULE STAMINALI MESENCHIMALI ADULTE ottenute dal tessuto adiposo dello stesso paziente (con la tecnica di Coleman). Vengono usati anche ESTRATTI PLACENTARI (ricchi di polidesossiribonucleotide), questi ultimi ovviamente di produzione farmacologica. Tutti questi fattori vengono usati per potenziare sempre di più le capacità riparative e rigeneranti della cute danneggiata dall'invecchiamento.
Ringiovanire la cute vuol dire, alla fine, recuperare il microcircolo (anche riducendo il fumo), ridurre lo strato corneo, eliminare le macchie ove possibile, eliminare la couperose, stimolare la neoformazione di collagene e di elastina ad opera dei fibroblasti, reidratare (tutte azioni,queste, stimolate dalla CARBOSSITERAPIA e potenziate dal LASER), immettere direttamente nel derma cutaneo con microiniezioni sia sostanze antiossidanti che VITAMINE che AMINOACIDI.
L'effetto della CARBOSSITERAPIA si manifesta con (1) l'attivazione della componente fibroblastica del connettivo, deposizione di nuovo collagene e migliore idratazione dei tessuti, e miglioramento dell'elasticità e della tonicità della cute, con (2) effetto di stimolazione diretta delle fibre muscolari della parete vasale (per l'acidosi indotta dalla reazione con H2O e formazione di H2CO3), con (3) effetto simpaticomimetico sui vasi con aumento della velocità di flusso ed apertura degli sfinteri precapillari, con (4) effetto Bohr (riduzione dell'affinità dell'emoglobina per l'ossigeno, con aumentata tendenza per l'ossiemoglobina a rilasciare ossigeno nei tessuti), con (5) riapertura dei capillari profondi (non le teleangectasie) precedentemente obliterati che si mantiene nel tempo.
Gli AMINOACIDI sono i mattoni con cui sono sintetizzate le proteine (il collagene, e ce ne sono di diversi tipi, è una proteina, ed è la proteina strutturale della nostra pelle assieme ad un'altra proteina detta elastina. Entrambe queste proteine danno sostegno e tono alla nostra cute).
Le VITAMINE sono i coenzimi indispensabili al funzionamento degli enzimi stessi (in pratica, le vitamine sono i muratori che devono "mettere assieme" i mattoni, cioè gli aminoacidi, per sintetizzare le proteine).
L'iniezione intradermica ("sottopelle") di aminoacidi e vitamine induce i fibroblasti cutanei (già "preparati" dalla stimolazione dermica indotta dalla carbossiterapia, dal laser, e dai peelings) ad entrare in azione ed a produrre collagene e glucosaminoglucani (migliorando texture ed idratazione cutanea): tutto ciò viene espresso con il termine di BIOSTIMOLAZIONE o di BIORIVITALIZZAZIONE. E' l'argomento che vogliamo trattare in questo paragrafo.
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DOMANDE sulla BIORIVITALIZZAZIONE e RINGIOVANIMENTO
(FAQ: Frequently asked questions)
1) Cos’è la biorivitalizzazione o anche detta biostimolazione?
Con questo termine intendiamo la iniezione sottopelle, nel derma cutaneo, di sostanze (aminoacidi, vitamine, oligoelementi) che stimolano il rinnovamento cellulare, la sintesi endogena di collagene ed acido ialuronico, il miglioramento della texture cutanea e della consistenza della cute e che, più semplicemente, determinano il rinnovamento cellulare.
2) Esistono tipi diversi di biorivitalizzazione?
Ogni persona ha una sua specificità, perché può fumare oppure no, perché può mangiare molta frutta e verdura o mangiarne poca, perché prende molto sole oppure no, perché può mangiare molta carne od assumere invece poche proteine nobili ma molti integratori.
Pertanto la cosa migliore è praticare una biorivitalizzazione “personalizzata” e specifica per quella persona.
Tuttavia, esistono due modi per somministrare un trattamento biorivitalizzante:
(A) usare farmaci già preparati e disponibili in farmacia in forma di cocktail di molte sostanze,
(B) oppure usare i protocolli di Chams (un medico iraniano molto noto per essere il medico di principi e star del cinema) che prevedono l’uso di singoli oligoelementi da somministrare uno sull’altro, cioè uno dopo l’altro, (specificamente per le necessità di un dato paziente).
3) I diversi metodi di biorivitalizzazione danno gli stessi risultati ed hanno gli stessi rischi?
Con il metodo (A) sarà sufficiente fare poche microiniezioni di uno stesso prodotto uguale per tutti i pazienti (ogni volta che, settimanalmente, si va dal medico estetico), e meno iniezioni significano minor rischio di ematomi, con un costo più basso, ma anche con risultati meno eclatanti: è un trattamento valido anch’esso, è soltanto “più semplice”.
Con il metodo (B) le microiniezioni saranno in numero maggiore perché si devono sommare quelle necessarie per iniettare ogni specifico oligoelemento (per ogni seduta settimanale), pertanto con maggior rischio di ematomi, un costo più elevato, ma risultati superlativi perché solo con questo metodo (“quello per i principi e le star”) sarà possibile personalizzare il trattamento per quella specifica pelle di quella specifica persona.
4) Esempio di biorivitalizzazione
Un esempio del metodo (B) è dato dall’aggiunta di mono-trattamenti con singole vitamine dopo un trattamento con acido ialuronico: la iniezione di vitamina sarà dolorosa, il rischio di ematoma sarà sempre presente, ma il risultato sarà migliore e soprattutto la durata del risultato sarà maggiore. E’ un poco come voler acquistare un maglione di una stessa taglia e di uno stesso colore: possiamo sceglierlo in lambswool oppure in cachemire…e non sarà la stessa cosa per durata e soddisfazione.
5) Opzioni per una biorivitalizzazione diversa
E’ importante spiegare ai pazienti che esistono diverse opzioni, spiegare i costi diversi e la diversità dei trattamenti con i diversi risultati ma anche i diversi rischi, e soprattutto dobbiamo mostrare ai pazienti che cosa iniettiamo nella loro pelle. Dobbiamo offrire il meglio, ma sarà sempre il paziente a scegliere.
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DOMANDE sulle STAMINALI DEL TESSUTO ADIPOSO e sui FATTORI DI CRESCITA PIASTRINICI nella Medicina Rigenerativa a scopo di BIORIVITALIZZAZIONE e RINGIOVANIMENTO
(FAQ: Frequently asked questions)
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(A) DOMANDE sulle CELLULE STAMINALI a scopo di biorivitalizzazione e ringiovanimento
(FAQ: Frequently asked questions)
1) Usiamo davvero cellule staminali per la biorivitalizzazione?
Certamente. Le cellule staminali che usiamo sono “cellule staminali mesenchimali adulte” che sono contenute nel tessuto adiposo che autotrapiantiamo nel paziente (cioè che preleviamo, trattiamo e poi reimpiantiamo nello stesso paziente). E’ questa infatti la tecnica della Lipostruttura secondo Coleman.
2) Cos’è la Lipostruttura di Coleman?
La lipostruttura di Coleman può essere usata sia come metodica “filler” (cioè come “riempitivo”), ma anche come tecnica di biorivitalizzazione e di ringiovanimento (con l’autotrapianto di “cellule staminali mesenchimali adulte”)
3) Dove innestiamo, con la Lipostruttura di Coleman, le cellule staminali mesenchimali del tessuto adiposo?
Abitualmente le innestiamo nel viso (guance, zigomi, labbra, area temporale) con la evidenza di ottenere un miglioramento stabile e duraturo del tono e texture cutanea, della vascolarizzazione cutanea (scompare la “couperose”), e del sostegno e idratazione dei tessuti.
Ma anche nelle mani, nel decolleté, nelle mammelle, nei glutei, nei polpacci, nelle depressioni cicatriziali.
4) Quanto tempo dura l’effetto delle cellule staminali del tessuto adiposo che usiamo per la biorivitalizzazione?
Le cellule staminali che usiamo sono “cellule staminali mesenchimali adulte” e durano indefinitamente, dando origine ai tessuti che embriologicamente devono derivare e possono derivare da esse.
5) E’ necessario ripetere l’impianto di cellule staminali del tessuto adiposo?
Normalmente l’intervento di lipostruttura ed autotrapianto di grasso è unico e definitivo. Può esserci la necessità di supplementare un’ulteriore quantità di tessuto adiposo dopo parecchi anni (cinque anni / otto anni / o più).
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(B) DOMANDE sui FATTORI DI CRESCITA PIASTRINICI (PDGF) a scopo di biorivitalizzazione e ringiovanimento
(FAQ: Frequently asked questions)
1) Usiamo davvero fattori di crescita piastrinici (PDGF) per la biorivitalizzazione?
Certamente. A seguito di una normativa della Regione Lombardia e con una convenzione con il Servizio di Ematologia competente per area geografica è possibile, in un ambiente adeguato e con tutte le garanzie di sterilità, fare un prelievo di sangue e concentrare il plasma sanguigno (PRP “Platelet Rich Plasma”) dal quale raccogliere i fattori di crescita piastrinici (PDGF Platelet Derived Growth Factor).
2) Cosa sono i Fattori di Crescita Piastrinici?
I fattori di crescita piastrinici (PDGF Platelet Derived Growth Factors) vengono usati topicamente ed iniettati con un metodo particolare nel derma cutaneo del viso, del collo e del decolleté.
I fattori di crescita piastrinici (PDGF) sono una “sostanza” naturale, di derivazione umana dallo stesso paziente, senza effetti collaterali (cioè senza induzione di allergie od intolleranze), senza tossicità.
Esiste una ricchissima documentazione scientifica sul PRP (Platelet Rich Plasma) e sui fattori di crescita piastrinica (PDGF) che dal PRP si ottengono.
3) Cosa fanno i Fattori di Crescita Piastrinici?
I fattori di crescita piastrinici (PDGF Platelet Derived Growth Factors) hanno la funzione di stimolare la proliferazione cellulare ed i processi riparativi tissutali, stimolando l’angiogenesi e la rivascolarizzazione dei tessuti, stimolando la proliferazione delle cellule mesenchimali, la guarigione delle ferite, la produzione di fibroblasti e di collagene.
BIOSTIMOLAZIONE
La biostimolazione utilizza estratti placentari, aminoacidi, vitamine, acido jaluronico (iniettati sottopelle), maschere alle vitamine ed agli acidi di frutta, assieme alla “biorivitalizzazione long-acting con carbossiterapia per ossigenare il viso e mantenerne la giovinezza della pelle, ed alla somministrazione per bocca di precursori alimentari "mirati" e di oligoelemnti (minerali) specifici.
Con il termine biorivitalizzazione o biostimolazione intendiamo un uso particolare dell’ac.ialuronico, delle vitamine e degli aminoacidi cioè la loro applicazione con microiniezioni nel viso per mantenerne la idratazione e pertanto la giovinezza della pelle.
[Per quanto riguarda specificamente l'ac.Jaluronico, con quest’uso "biostimolante" non si sfruttano le capacità riempitive (cioè come filler) dell’ac.ialuronico, ma piuttosto si sfrutta la sua affinità (potremmo dire “identità”) con i componenti cutanei. (L'ac.Jaluronico che usiamo per la biostimolazione è comunque diverso da altri tipi di ac.ialuronico usati come fillers: vedi il capitolo dei Fillers).
Lo scopo per cui usiamo l'acido jaluronico nella biostimolazione non è quindi quello di “gonfiare” o di riempire solchi o rughe, ma di rivitalizzare la pelle].
La procedura biorivitalizzante completa il proprio scopo anche con gli estratti placentari (oggi di derivazione purissima) che vengono iniettati in particolari aree del viso: il loro scopo è quello di venire poi assorbiti per via linfatica. Con gli estratti placentari si ottiene così un effetto biorivitalizzante ma, in questo caso, si aggiunge alla rivitalizzazione anche una azione “scavenger” (cioè di pulizia antitossine).
Lo stress ossidativo della cute con produzione di radicali liberi si verifica perché la cute è un organo esposto massivamente ad eccessivo calore o freddo, a radiazioni ultraviolette ed a molteplici aggressioni ambientali. I radicali liberi vanno combattuti per prevenire o ritardare la senescenza cutanea. I radicali liberi sono combattuti dal pool antiossidativo del nostro organismo, che può essere sostenuto (proprio nelle zone cutanee più fotoesposte come il viso) da maschere che contengono Vitamina C.
La Vitamina C favorisce la formazione del collagene e di Ac.Jaluronico e di sostanza intercellulare, determina la protezione dai radicali liberi ed il rafforzamento dei tessuti cutanei, favorisce la protezione dagli UVB, aumenta la protezione dalle infezioni cutanee e dagli inquinanti ambientali.
Si associa sempre un trattamento domiciliare al trattamento professionale in studio.
APPROFONDIMENTO SULLA BIOSTIMOLAZIONE
Le frontiere della Chirurgia Plastica ed Estetica conoscono una nuova dimensione.
Sono diventati disponibili trattamenti non invasivi come la carbossiterapia (cioè l’iniezione sottocutanea di anidride carbonica “medicale” che favorisce la liberazione dell’ossigeno dall’emoglobina, e provoca perciò una migliore ossigenazione dei tessuti assieme ad un rinnovamento cellulare ) che, associata a peelings di diverso tipo ed all’iniezione sottocutanea (intradermica), nel volto, di amminoacidi e vitamine, determina una sorta di lifting “dolce” del viso (detto "contour-lift, non chirurgico").
Questo LIFTING DOLCE, NON CHIRURGICO, trova la sua spiegazione nella associazione felice e mutuamente potenziante tra la attivazione dei fibroblasti (le cellule che danno “tono” alla nostra pelle perchè producono collagene ed elastina) e la migliore ossigenazione dei tessuti ed il rinnovamento cellulare: ottenuti (la prima) da peelings aminoacidi e vitamine e (la seconda) dalla carbossiterapia.
COME AFFRONTARE L'INVECCHIAMENTO CUTANEO PRECOCE.
La nostra cute è un "tesoro" di cui non ci prendiamo cura a sufficienza.
Ci è capitato di vedere sicuramente una vecchia signora con una cute chiara e senza macchie, frutto di un'accorta gestione del "tesoro-cute", come pure di una giovane ragazza già con la pelle incartapecorita e grinzosa per le troppe lampade abbronzanti e per l'eccessivo fumo di tabacco. L'ETA' cronologica, quindi, NON è il fattore discriminante.
L'invecchiamento cutaneo è un fenomeno che può verificarsi indipendentemente dall'età crologica e biologica del o della paziente, e dipende piuttosto dall'igiene comportamentale del soggetto, cioè da quanto il o la paziente si sia preso cura di se stesso.
Le monete, i dobloni, di questo tesoro sono i fibroblasti. Nostro dovere è farli moltiplicare perchè possano produrre collagene.
Le più importanti cellule connettivali della cute, per mantenere la tonicità e la eleasticità della pelle, sono i fibroblasti.
I fibroblasti producono collagene ed elastina,e riparano la pelle fragile e sciupata, assicuarandone il tono e l'elasticità.
L'attività dei fibroblasti diminuisce nel tempo per l'invecchiamento o per altri motivi (abitudini alimentari, fumo, diete, attività fisica troppo intensa, prolungata esposizione ai raggi solari). Di conseguenza la pelle invecchia, perde tono e freschezza,perde luminosità e volume, finchè compaiono rughe e solchi.
Per produrre il collagene, i fibroblasti si servono di un supporto nutritivo: è per questo motivo che noi somministriamo direttamente nella cute (con microiniezioni) ciò di cui i fibroblasti hanno bisogno.
METODOLOGIA DELLA BIOSTIMOLAZIONE.
Possiamo trovarci di fronte ad una CUTE "STRESSATA" da fumo, esposizione al sole od a lampade abbronzanti, da alimentazione sbagliata perchè troppo povera di tutto (ne è esempio il classico panino mordi e fuggi della pausa pranzo di molte impiegate)....
Oppure possiamo trovarci di fronte ad una CUTE "ASFITTICA" perchè poco idratata e poco nutrita (dall'interno) con un'alimentazione priva di minerali proteine e vitamine ed invece troppo ricca di grassi, una cute (quest'ultima) con una generale sofferenza del microcircolo che è rallentato e che trasporta perciò meno ossigeno....
DUE sono i PROTOCOLLI che usiamo.
Si differenziano in base alle caratteristiche della cute che vogliamo trattare (stressata od asfittica).
E' il medico, comunque, che attraverso la diagnosi potrà determinare il tipo di biorivitalizzazione, e decidere se il trattamento debba essere più o meno idratante, o antiossidante, o rassodante, o rigeneratore, o nutritivo.
Uno di essi utilizza una serie di microiniezioni intradermiche (con aghi sottilissimi) con gli aminoacidi (glicina, prolina e lisina) che forniscono ai fibroblasti i "mattoni" per costruire il collagene. I fibroblasti sono stimolati da trattamenti (intercalati alla somministrazione degli aminoacidi stessi) con peelings chimici (glicolico, salicilico e piruvico).
Le sedute di trattamento con aminoacidi, settimanali, sono sette e vanno fatte una alla settimana per cinque settimane e poi ogni 15 giorni per altre due volte. I peelings sono abitualmente applicati in tre sedute separate da 3 o 4 settimane.
Se necessario (e, di solito, è necessario perchè la CUTE è "ASFITTICA"), si fanno sedute associate di carbossiterapia: una alla settimana per dieci - dodici volte.
Possono essere eseguite in associazione una seduta di microiniezioni di vitamine ed oligoelementi ogni mese, per due - tre volte.
Inoltre, è molto utile eseguire microiniezioni intradermiche con un acido jaluronico fluido, per idratare la cute.
Il protocollo di trattamento dura perciò due mesi e mezzo.
Dopo il ciclo di "attacco", basta fare un richiamo ogni sei-otto mesi, rappresentato da due o tre sedute di aminoacidi ed un peeling, associato ad un mini-ciclo di carbossiterapia di quattro sedute: questo richiamo è particolarmente utile se eseguito in autunno per prepararsi alla stagione fredda. Può anche essere associata la "Soft-Laser" terapia e la fotobiomodulazione (LED terapia). (vedi il capitolo specifico)
L'altro protocollo, utilizzato in pazienti che hanno un'alimentazione carente "in toto", e perciò con CUTE "STRESSATA", prevede la somministrazione con microiniezioni intradermiche (con aghi sottilissimi) di vitamine, assieme ad un pool maggiore di aminoacidi (non solo quelli per la sintesi del collagene), ed oligoelemnti minerali. In questo protocollo, le sedute di iniezione intradermica sono sette e vanno eseguite settimanalmente per cinque volte, e poi ogni due settimane per altre due volte.
In questo protocollo vengono eseguite (ogni due iniezioni di vitamine) delle microiniezioni di desossiribonucleotidi di estrazione placentare.
Anche in questo secondo protocollo è fondamentale associare almeno tre peelings per esercitare la stimolazione dei fibroblasti.
Anche in questo secondo protocollo è utile somministrare acido jaluronico fluido con microiniezioni intradermiche.
Anche in questo secondo protocollo, soprattutto se il o la paziente è fumatore o vive in ambienti ristretti ed in modo concitato, può essere molto saggio associare la carbossiterapia. Può anche essere associata la "Soft-Laser" terapia e la fotobiomodulazione (LED terapia). (vedi il capitolo specifico)
[EXCURSUS. Possono essere eseguiti, una volta ogni sei mesi, dei peelings più potenti come lo Yellow Peel brasiliano od un peeling al TCA (acido tricloroacetico).]
[EXCURSUS. Esiste anche una CUTE SEBORROICA che può apparire precocemente invecchiata anch'essa, perchè appare di spessore aumentato e di aspetto "grasso": essa va trattata prima di tutto con un'attenta ma non troppo aggressiva detersione, e con cicli ripetuti di peelings e di maschere alle vitamine. Solo in un secondo tempo potrà rientrare in uno dei due protocolli citati.]
Ad entrambi i protocolli sopracitati può e deve essere associato un trattamento (per bocca) con supplementi nutritivi specifici e mirati (è la cosiddetta "endofarmacologia"), per aumentare la riserva da cui l'organismo attinge per la sintesi proteica.
PER FARE UN ESEMPIO,....
Se vogliamo affrontare il progetto di ringiovanimento di un distretto così importante come quello del volto (che è il nostro biglietto da visita) con metodiche meno invasive, possiamo associare una terapia iniettiva per far scomparire le rughe della fronte e del contorno occhi (come il BOTOX-Vistabex) con il ripristino dei volumi della giovinezza tramite sostanze "riempitive" (i cosiddetti “filler” riassorbibili) come l’ACIDO JALURONICO (ne sono disponibili di diversa densità). Ma, i "filler" otterranno un risultato migliore, ed una durata maggiore, se saranno preceduti da trattamenti esfolianti (i "PEELINGS", e ve ne sono di diverso tipo) che servono sia a stimolare e preparare il derma per il successivo posizionamento del filler sia a migliorare la tessitura e l'aspetto della cute.
Anche l'iniezione intradermica di VITAMINE ed AMINOACIDI, e di FATTORI DI CRESCITA ed ESTRATTI PLACENTARI permetterà di migliorare, e di prolungare, il risultato. Quello fin qui descritto nell'esempio, è il cosiddetto "Contour-Lift" non chirurgico, che rappresenta la strategia migliore per avere un aspetto riposato, per far apparire il paziente ringiovanito in modo naturale. Il trattamento può concludersi a questo punto, e richiedere solo piccoli richiami ogni sei mesi o quando ci vogliamo coccolare un pò, e senza dove ricorrere alla Chirurgia.
Ma (per chi lo desidera e ne abbia la necessità) questo tipo di trattamento rappresenta anche la preparazione migliore per un eventuale successivo intervento chirurgico, che può essere più importante come un Lifting Cervico-Facciale (se è necessario il riposizionamento dei tessuti profondi), o (se si ritiene sufficiente un trattamento "mini-invasivo") per un intervento più limitato come un MACS-lift od un minilifting con l'uso del "ribbon"(Endotine).